Scopro gli aquilotti molto cresciuti (QUI), un sacco di post arretrati da leggere dai blog che seguo (come se non bastassero i libri e le incombenze domestico-famigliari)… cominciamo dal consigliare una intervista molto interessante al nostro prof. universitario preferito (QUI), condivido quasi tutto quel che dice, spesso leggendo i suoi post scopro sintetizzate idee che la pigrizia o le cattive abitudini mi avevano impedito di formalizzare e chiarire.
In particolare trovo molto interessante questo:”In una società ipercomplessa, che sta appunto evolvendo a perdifiato verso una complessità vertiginosa –ogni due anni raddoppia la quantità di informazione prodotta dall’umanità – lo schema industriale di impippiamento delle nuove generazioni, schema di matrice ottocentesca, si sta rivelando insufficiente. Schema peraltro recentissimo rispetto alla storia della cultura umana, avrà formato sì e no una decina di generazioni. Questa è un’emergenza che viene considerata strategica da chiunque al mondo si occupi di formazione, sviluppo economico, organizzazione, scienza. Organizzazioni internazionali quali l’OCSE o organizzazioni quali McKinsey investono moltissimo nella ricerca sulla formazione. È un problema molto complesso ma c’è generalmente accordo sul fatto che l’istruzione debba essere sempre meno mera istruzione e sempre più capacità di acquisire informazioni, di apprendere autonomamente e di risolvere problemi in ambiente complesso, in ambiente ambiguo.
Voi, come tutti i giovani del mondo avete la più grande forza che la Natura abbia prodotto, a nostra conoscenza: la capacità di apprendere, che da bambini prorompe con grande evidenza. L’attuale sistema di (mera) istruzione soffoca in grande misura questa capacità innata.
Tanto per fare un esempio, ho potuto constatare di persona, come è ovvio e perché il tema mi interessa, le capacità di risolvere problemi di matematica degli studenti di V liceo scientifico: autonomia di pensiero = 0.
Qualcuno crede che io voglia fare a meno della scuola. No, proprio perché la formazione è un fattore strategico, penso che la scuola sia cruciale ma penso che vada veramente rivista radicalmente.”
Perfetta sintesi di ciò che penso da qualche anno, è terribile immaginare le classi delle scuole superiori italiane fra una decina d’anni, insegnanti con età media che oscillerà sinistramente intorno ai sessant’anni, dentiera nel bicchiere, possibilità di interazione prossima allo zero…