Una curiosa giornata con Avy

Amedeo Avogadro
Amedeo Avogadro (il grande)

Tocca alla simpaticissima e spesso sorridente (e con un bel sorriso) Cyccy Love vedersi pubblicare il racconto prodotto lo scorso anno avente per tema “Una giornata con Avogadro“. (Cyccy deve il soprannome al suo dichiarato e infelice amore per Cristiano Ronaldo manifestato durante il biennio, amore dal quale sembra essere apparentemente guarita).

Una giornata con Avogadro Due Cossani, 29/10/2010

Ed eccomi qui Caro Diario come ogni sera a fissare su queste pagine bianche scaglie delle mie giornate appena trascorse. Questa volta però non ti racconterò di quel ragazzo carino visto alla fermata del pullman o di quell’altro in moto che passandomi davanti suonò. No no. Oggi l’argomento è del tutto diverso e soprattutto molto più coinvolgente di quelle banalità precedenti. Amedeo Avogadro. Ne avevo sentito parlare molto dal mio Illuminato professore di chimica (è così che si fa chiamare da noi suoi alunni credo lo faccia per sentirsi ancora più superiore di quanto non lo sia già), anzi più che sentito parlare ne avevo sentito veri e propri elogi a riguardo.

Lo avevo pure visto in foto: naso acquilino molto pronunciato, ampia fronte, occhi sporgenti. Il classico cervellone privo di hobby stravaganti. Ammetto che ero la prima a immaginarmelo così…se non fosse che…oggi 29 gennaio 2010 ci passai un’intera giornata assieme!!!

Stamane svegliandomi mi recai in cucina e invece dei miei genitori vi trovai un biglietto “Siamo fuori, ti manderemo una balia”. Siamo fuori? Una balia? E neanche un misero “Baci”. Bella considerazione per la loro unica figlia. Una strano virus gli aveva forse dato alla testa? DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!!! E quello aveva di certo dato alla testa me. Guardai l’orologio: 7 del mattino, chi poteva essere tanto folle da suonare così barbaramente all’alba di quell’ora?

Non è che aprendo la porta risolsi completamente il mio quesito, infatti in piedi retto e con una faccia alquanto mascherata vi era un uomo, credo. Questo bizzarro pagliaccio parlò (intendiamoci non ho utilizzato il termine pagliaccio in modo dispregiativo ma solo per il semplice fatto k il travestimento era del tipico “clown americano a pagamento per festicciole”) “Buon giorno!!!” DILI DI DIN DIN…beh la musichetta che usciva da quella strana girandola che teneva in meno più o meno faceva così. Uomo, si si la voce non mentiva. Età, non saprei, non sono mai stata brava a dare un’età neanche approssimata a una persona. In quei pochi minuti che passarono dal  suono del campanello acquisii un po’ di lucidità in più, ora riuscivo a definirne i connotati. Ma un attimo! Non era possibile! Naso aquilino, fronte alta e occhi all’infuori, anche sotto quei due centimetri di cerone era impossibile non notare quei tratti…Avogadro!!! No no…la lucidità non era ancora sufficiente, impossibile fosse lui, e poi così travestito! “Donzella…io sono la tua balia!”, a bene ecco era la balia, “Amedeo Avogadro è il mio nome il tuo Donzella quantunque”. Oddio la mia balia era Avogadro! “ Per gli amici Avy” precisò immediatamente come se potesse leggermi nella mente…a bene stupendo…Avy…roba da matti e tra l’altro si ostinava a chiamarmi con quel curioso nome, Donzella, si mi piaceva, perché non renderlo felice permettendogli di chiamarmi così?!

Lo feci entrare. E subito gli offrì una cioccolata calda e biscotti. “Le dispiacerebbe togliersi il travestimento?” “Si si ne sono desolato, non era mia intenzione mancarle di rispetto” “No no anzi è solo che non vorrei si sentisse più imbarazzato di quanto lo è stato fin’ora, non è abbigliamento consono a un Vate come lei” “Presumo che sui libri vengo descritto come un personaggio chimico alquanto grigio esatto?”. Beh come mentire? Ma non volevo offenderlo se non fosse che…appena si tolse il cerone e la parrucca notai che…era grigio davvero!!! Si si Caro Diario hai presente quei vecchi film in bianco e nero? Lui, persona in carne e ossa li davanti a me era…era…era…o mio Diario non riuscivo a capacitarmene…era grigio!!! Non volevo infierire. I minuti passavano e il mio ospite saltellava sulla sedia allora presi l’iniziativa “Le andrebbe di fare una passeggiata per Due Cossani (chi non conosce il grande paesino Due Cossani)?”, nei suoi occhi vidi una scintilla, forse azzurra?. “Magari parlando dei suoi innumerevoli esperimenti”. No, non era nulla di colorato, probabilmente me lo ero immaginato e la sua risposta ne fu la prova “Sa, in realtà, venendo qui ho notato strane scatole nere collegate a una specie di grossa pietra nel quale si muovevano persone come bloccate lì dentro da una forza sovraumana”. “Playstation  immagino”. “Play…scusa?”.  “Play station, venga con me”. Ci recammo in sala e accesa la tv e la consolle impostai il gioco di calcio, è questo ciò che attrae maggiormente il sesso maschile. E la mia supposizione fu azzeccata. Dovevi vederlo. A parte che mi stracciò 5-0 ma per lo meno gli infortunai 6 giocatori. Aveva ripreso colore. No no questa volta non era solo stata una mia impressione: gli occhi erano azzurri e il naso rosa chiaro. Che strano accostamento di colore con il grigio del resto del corpo. Era quasi mezzogiorno e dei miei genitori neanche l’ombra. Le nostre pance iniziarono a lamentarsi. Pensai a cosa potevo proporli da mangiare ma la balia mi precedette “Il mio stomaco mi richiama, sarebbe ora di recarci a pranzo. Sempre giungendo alla tua dimora notai una casa con sopra una grossa lettera M dove ne fuoriuscivano persone con un’ aria soddisfatta e qualche macchia di condimento sulla maglia”…Mc d’onald. Ma per che strada era passato? Altro che viaggio nel futuro, ci si era ambientato perfettamente. Entrati ordinammo il menù completo, a volte fa bene fare uno strappo alla regola e quando mai si può dire “Sono andata al Mc con Avogadro, anzi con Avy”. Sazi e senza umilianti macchie sugli abiti camminammo verso casa. Il sonno stava inondando la mia mente mentre il mio compagno camminava fischiettando una bella melodia, mai sentita prima ma sicuramente andava a braccetto con la mia nebbia interna. Ora che lo guardavo bene…da quando i capelli erano passati da grigi a un biondiccio scuro sbiadito e da quando le labbra di un rosa un po’ più scuro del naso? Quel cambiamento di colore era normale? Avrei dovuto avvertirlo…mentre stavo pensando alla risposta accadde tutto molto velocemente, una carrellata di flash mi travolse: Avy si trovava sul cornicione di un ponte, non poi così alto ma abbastanza per spezzarsi l’osso del collo. Nei libri non avevano precisato questo lato esuberante di Amedeo Avogadro. Non era forse lui la mia balia e non l’opposto e poi…più nulla solo uno “splash”. No.  Avogadro era caduto, accidenti, mi precipitai verso il ponticello e guardando sotto notai una parte più chiara ancora spumosa…senza pensarci due minuti mi buttai, ma sapevo nuotare? Un attimo ma ci toccavo, l’acqua era alta non più di 1.50 m ma lui dove era? Il terrore mi apparse in volto. Qualcos’altro mi tocco una spalla e in preda al precedente shock voltandomi sferrai un pugno con tutta la forza che mi era rimasta e colpii qualcosa…a eccolo dove era finito. Non so perché ma non provai dispiacere forse in qualche modo mi ero liberata di un po’ di rabbia-agitazione che mi aveva inflitto gettandosi. Tornati a riva e rinvenuto la prima cosa che disse fu “Che brivido di adrenalina, che emozione, avreste dovuto vedere la sua faccia Donzella”. Avreste dovuto vedere la sua faccia? Ma stiamo scherzando!!! Mi aveva terrorizzata. A proposito di faccia doveva vedere la sua…ormai priva di grigio. L’unica cosa grigia restante era l’abbigliamento. Meglio non parlarne ora, pensai tra me e me.

Tornati a casa e oramai già asciutti ci sedemmo in sala, uno di fronte all’altra ma le espressioni dipinte sui nostri volti erano opposte ed entrambe erano un libro aperto: io rabbia e frustrazione, lui gioia e…colore (non ho parola migliore che possa reggere). “Mi vuole dire perché ha fatto una cosa del genere? È stato immaturo irresponsabile crudele verso i miei confronti ”, sbottai e lui molto pacifico disse “Diciamo che è stato un piccolo test, senza pensarci ti sei tuffata, hai visto una persona in difficoltà ad eccoti pronta”. Era vero, io, tuffata, senza pensarci, per lo strano personaggio che in passato deridevo. Un test? Lo avevo superato?. “L’ho superato?”. Non ebbi risposta si alzò si diresse verso la porta fece un inchino sussurrando “Buona notte Donzella” e si allontanò. I miei occhi si fecero più pesanti, troppo pesanti e mi lascia cadere sul divano li vicino, un test, lo avevo superato? Volevo una risposta solo una semplice rispos…i miei sensi mi abbandonarono ma non prima di notare la mia balia Avy tutto colorato, niente più grigio…solo e semplicemente il mio amico di giornata Avy il quale mi aveva insegnato un grande valore!! Mai giudicare una persona dall’aspetto esterno. NON È BELLO CIÒ CHE È BELLO MA CHE BELLO CHE BELLO CHE BELLO!!!